Augurandoci che l'emergenza Corona Virus in Italia rientri il prima possibile informiamo i nostri clienti sulla
possibilità di eseguire diagnosi e recupero dei dati utilizzando i nostri servizi di recupero dati in remoto.
Per i casi in cui non ci si possa spostare dal proprio ufficio o dalla propria abitazione la tecnologia di live data recovery
consente il recupero dei dati da hard disk e dispositivi di memorizzazione dati anche se danneggiati.
Per maggiori informazioni contattare il nostro call center al numero 800.178.951.
La memorizzazione dell’informazione sulla superficie del supporto ferromagnetico consiste sostanzialmente nel trasferimento di un determinato verso alla magnetizzazione di un certo numero di domini di Weiss. Il numero di domini di Weiss che costituiscono un singolo Bit (informatica) moltiplicato per la loro estensione superficiale media, rapportato alla superficie di archiviazione disponibile, fornisce la densità d’informazione (bit al pollice quadro). Quindi stipare una maggiore quantità di dati sullo stesso disco richiede la riduzione del numero di domini che concorrono alla definizione di un singolo bit e/o la riduzione dell’area di un singolo dominio magnetico. L’evoluzione continua della tecnologia dei dischi rigidi ci ha portati ormai vicino al limite inferiore tollerabile: quando infatti il numero di domini che definiscono un singolo bit si è avvicinato all’unità e la loro area è dell’ordine di pochi nanometri quadri, l’energia termica del sistema è diventata ormai paragonabile all’energia magnetica ed è sufficiente un tempo brevissimo a far invertire il verso della magnetizzazione del dominio (trattasi di una fluttuazione) e perdere in questo modo l’informazione contenuta.
La lettura dell’informazione magnetica in passato veniva affidata a testine induttive, avvolgimenti di rame miniaturizzati in grado di rilevare la variazione del flusso del campo magnetico statico al transitare della testina tra un bit ed il successivo, secondo il principio di induzione magnetica. L’evoluzione che la spintronica ha portato nelle case di tutti sono state le testine magnetoresistive, basate su un dispositivo, la spin-valve, in grado di variare resistenza al mutare dell’intensità del campo magnetico. Il vantaggio dato da queste testine risiede nella loro sensibilità, migliore rispetto alle vecchie testine induttive, e nella loro dimensione ridottissima, cosa che consente di seguire il passo delle evoluzioni verso il nanometro per quanto riguarda l’area di un singolo bit. Infine, il prossimo futuro vedrà protagoniste della scena le testine di lettura basate sulle magnetic tunneling junction, MTJ.